Data di scadenza!

Gli alimenti generalmente recano sul retro della la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro il:” oppure “da consumarsi entro il:”, riferendosi ad una data come forma di avvertimento. Nel primo caso è, appunto, un consiglio. Infatti le loro proprietà organolettiche diminuiscono dopo la data specificata, ma consumarli dopo un paio di mesi, certamente non ne altera sapore, colore e composizione. Nel secondo caso, invece, bisogna rispettare la scadenza, con un margine di massimo 2-3 giorni.

Cibi che possono essere consumati dopo la scadenza consigliata, con margine massimo da non superare dopo la scadenza specificato: succhi di frutta (1 anno ma meglio non superare i 6 mesi), olio extravergine (12-18 mesi e al massimo 1 anno), caffè (16-24 mesi e massimo 1 anno), pasta di semola (24 mesi arrivando anche a 1-2 mesi dopo), conserve in scatola (2-3 anni ma anche 1-2 mesi dopo) e pesce surgelato (12 mesi ma anche 1-2 mesi dopo), non subiranno sostanziali alterazioni nel lungo periodo di conservazione perché sono già trattati per resistere al tempo e conservarsi senza deperire, a scapito – certo – del sapore e del contenuto vitaminico che invece è molto più alto e disponibile nell’alimento fresco.